In questo articolo tratteremo più da vicino una delle vitamine liposolubili, la Vitamina D, che è da considerare anche come un ormone, grazie alla scoperta di particolari recettori in diversi distretti corporei. Capiremo meglio a cosa serve la vitamina D, quali sono le sue funzioni principali, come riconoscere eventuali carenze e in che modo integrarla correttamente attraverso l’alimentazione e con l’uso di integratori specifici.
Le vitamine sono sostanze indispensabili per il corretto funzionamento del nostro organismo, anche se non hanno funzione plastica o energetica. Tutti i tipi di vitamine vanno assunte necessariamente attraverso l’alimentazione, poiché non siamo in grado di sintetizzarle all’interno dell’organismo; siamo soliti dividere le vitamine in idrosolubili, ovvero solubili in acqua (Vitamine del gruppo B e Vitamina C) e liposolubili cioè solubili nei lipidi ( Vitamine A, D, E, K).
Quella che noi chiamiamo vitamina D, in realtà indica due differenti composti: la vitamina D3 (colecalciferolo) e la vitamina D2 (ergo calciferolo). Mentre la D2 si trova in piante e funghi, la forma D3 viene sintetizzata nella specie umana attraverso l’esposizione al sole – raggi UVB- o, in aggiunta attraverso la dieta.
Entrambe le forme sono però inattive, perciò vengono trasferite al fegato e ai reni dove, attraverso processi chimici (idrossilazione) vengono trasformate nella forma 25-OH-D e nelle forma 1,25-OH-D, la forma attiva e 24,25-OH-D.
La sua forma 25-OH-D rappresenta la fonte maggiore di stoccaggio della vitamina e anche quella che noi andiamo a dosare quando facciamo un prelievo (25-OH-D). Ultimi studi importanti hanno dimostrato che la vitamina D viene attivata anche direttamente nei tessuti, senza passare da fegato e reni, ecco perché definita un ormone.
Vitamina D: a Cosa Serve?
Vediamo ora a cosa serve la Vitamina D, quali sono i valori normali e quando si parla di carenza o intossicazione. Livelli idonei nel sangue di questa vitamina-ormone, sono da correlare positivamente a:
- ridotta insorgenza di neoplasie
- prevenzione del diabete di tipo 2 e della sindrome metabolica
- protezione contro malattie cardiovascolari
- maggiore mineralizzazione ossea
- produzione di proteine muscolari e quindi più efficienza dell’apparato muscolo-scheletrico
- riduzione degli stati infiammatori dell’organismo
- integrità della pelle e, di conseguenza, minor insorgenza di malattie come psoriasi, dermatiti ecc.
Molti sono i tessuti e gli apparati influenzati dall’azione della vitamina D, ma la sua funzione si esplica principalmente su intestino, apparato scheletrico e renale. A livello osseo favorisce la deposizione di calcio, controllando il riassorbimento di quello già deposto, e ciò va a promuovere la rimineralizzazione ossea; a livello renale favorisce l’escrezione di fosfati e il riassorbimento di calcio; anche a livello intestinale agisce promuovendo l’assorbimento di calcio e fosforo.
Negli ultimi anni si è fatta sempre più avanti l’ipotesi che la vitamina D, oltre che agire sugli apparati succitati, abbia una notevole influenza anche sulla tiroide, ed è per questo che patologie legate a questa ghiandola, vengono sempre più trattate con integrazione della vitamina in questione.
Quali Sono i Livelli Ottimali di Vitamina D?
I valori normali di Vitamina D sono compresi tra 50-100 ng/ml; si parla di carenza grave di Vitamina D quando i valori sono inferiori a 20 ng/ml e di carenza lieve quando sono compresi tra 25-50 ng/ml. In alcune situazioni può verificarsi anche un eccesso di Vitamina D, questo avviene quando i valori sono maggiori di 100 ng/ml. Un’intossicazione da Vitamina D, si verifica invece quando i livelli sono maggiori di150 ng/ml.
Ad oggi, purtroppo, siamo tutti nella condizione di “carenza”: provate a fare un dosaggio di questa vitamina e riscontrerete voi stessi una carenza (a volte anche grave), che va necessariamente integrata, poiché con la sola alimentazione non si riesce a raggiungere i valori ottimali di cui sopra.
Come viene sintetizzata la vitamina D?
Come detto poc’anzi, la sintesi di vitamina D avviene attraverso l’esposizione al sole che rappresenta almeno l’80-90% della quantità di vitamina che possiamo ottenere, e attraverso la dieta, ma che influisce solo per il 10-20%.
Ci sono però dei fattori che regolano la sintesi attraverso l’esposizione solare:
1. Le stagioni: i raggi UVB (quelli che non riescono a penetrare fino al derma, ed hanno lunghezza d’onda compresa tra i 280 e i 320 nm) non sono sempre uguali nell’arco dell’anno, saranno normalmente più bassi in inverno e più alti in estate.
2. La latitudine: più si è lontani dall’equatore, più la loro incidenza sarà minima.
Vitamina D: Come e Quando integrarla
Purtroppo su questo argomento c’è ancora una gran confusione: si è soliti “prescrivere” dosaggi settimanali o mensili di vitamina D, ma non si tiene conto del fatto che la vitamina D ha un’emivita di 24 ore. Ciò significa che dopo 24 ore il dosaggio che noi abbiamo preso si sarà ridotto della metà; dopo ulteriori 24 ore ancora della metà e così via…facendo quindi innalzare i livelli ematici di vitamina solo nelle prime ore dopo la sua assunzione, ma non portandolo poi effettivamente nei tessuti.
L’approccio più sensato è quello dunque di effettuare un’integrazione giornaliera: un adulto sano, per raggiungere un livello sierico di 40 ng/ml, avrà bisogno di almeno 8000 UI giornaliere.
Si dovrebbe consigliare, contestualmente, anche un’integrazione di vitamina K2, poiché si è visto che questa lavora in maniera sinergica con la vitamina D, aiutandola nel deposito di calcio nelle ossa e rimuovendolo dai tessuti molli.
Non esiste un vero e proprio timing per assumere le compresse o le gocce di vitamina D, però un fattore importante da valutare è che, essendo una vitamina liposolubile, va assunta quando abbiamo dei lipidi in circolo, e ciò significa a stomaco pieno.
Carenza di Vitamina D: Cause
Abbiamo già detto che se non ci si espone al sole in maniera adeguata (non bastano 10 minuti al giorno, per di più con filtri solari) e non si ha una dieta ricca soprattutto in pesci grassi, la carenza di vitamina D è “dietro l’angolo”, ma ci sono anche molti altri fattori concorrenti:
– se si è fortemente in sovrappeso o obesi, poiché il tessuto adiposo preleva la vitamina D in modo direttamente proporzionale alla sua massa: più si è in sovrappeso, più si avrà carenza di vitamina D
– se si segue una dieta vegana o con una accertata intolleranza al lattosio (si vanno ad escludere così tutti gli alimenti ricchi di vitamina D)
-se si ha una carnagione scura o si è di razza nera, poiché la presenza di melanina ostacola la sintesi cutanea
– se si hanno problemi di assorbimento intestinale dei grassi, (celiachia, morbo di Chron, infiammazioni intestinali) poiché la vitamina D è liposolubile e quindi non viene assorbita
– se si ha più di 50 anni, poiché se ne produce meno anche se ci si espone al sole
Carenza di Vitamina D: Sintomi
I sintomi da carenza di Vitamina D sono principalmente legati al tessuto scheletrico: osteomalacia nell’adulto (patologia che determina rammollimento e deformazione ossea) e rachitismo nel bambino.
Quando è necessario indagare? Quando ci si trova di fronte ad alcuni chiari sintomi:
- Dolore muscolo-scheletrico e senso di pesantezza alle gambe
- Malattia celiaca
- Diabete
- Infezioni frequenti
- Malattie autoimmuni
- Malattie cardiache
Correlazione tra Vitamina D ed Altre Patologie
Malattie autoimmuni: già citate in precedenza specialmente quelle legate alla tiroide; la vitamina D è un potente immuno-modulatore e la sua integrazione è legata non solo ad un decremento dei valori ematici degli anti TPO, ma si è visto che una minore concentrazione di vitamina D è associata ad una maggiore aggressività di cancro alla tiroide. Parimenti si sta cercando di studiare l’effetto dell’integrazione della vitamina D sulle tiroiditi insorgenti dopo il parto, ma in merito gli studi sono ancora da approfondire.
Malattie metaboliche: la carenza di vitamina D aumenta notevolmente il rischio di malattie come diabete e pre-diabete, sindrome metabolica, anche a prescindere dal peso del paziente studiato.
Malattie cardiovascolari: la vitamina D non solo riduce l’ipertensione, ma la sua deficienza è associata a mortalità in caso di malattie cardiovascolari. Certo, anche in questo caso gli studi sono da approfondire, ma per lo meno si è potuto stabilire che una sua supplementazione possa comunque ridurre tutte le cause di morte relative a problemi cardiovascolari.
Infertilità: donne che hanno alti livelli di vitamina D, soprattutto coloro che si sottopongono a cicli di fecondazione in vitro, hanno maggior possibilità di successo, poiché questa vitamina favorisce la produzione di embrioni di buona qualità; di contro i suoi bassi livelli sono stati correlati ad un rischio maggiore di pre-eclampsia e di aborto spontaneo.
Malattie del sistema nervoso: principalmente depressione e stati d’animo abbattuti sono da ricollegare ad una carenza importante di vitamina D
Vitamina D e Alimentazione
E’ sempre necessario avere una dieta varia ed equilibrata, ma le principali fonti di vitamina D (il cui contenuto è espresso in Unità Internazionali: 1 UI= 0,025 µg di vitamina D) sono rappresentate da alimenti di origine animale come alcuni tipi di pesce.
In particolare la Vitamina D3, è contenuta in maggiori quantità in:
- Olio di fegato di merluzzo (250 µg per 100 g)
- Carpa (24,7 µg)
- Salmone affumicato (17,1 µg)
- Sgombro (16,1 µg)
- Salmone in scatola (14,1 µg)
- Pesce spada (13,9 µg)
Altri alimenti che contengono vitamina D3 sono:
- Rosso d’uovo (5,4 µg)
- Uovo fritto o sodo (2,2 µg)
- Burro (1,5 µg)
- Latticello (1,3 µg)
- Fegato di manzo (1,2 µg)
La vitamina D2, di origine vegetale, è contenuta principalmente in alcuni tipi di funghi come:
- Maitake o grifola frondosa (28,1 µg)
- Finferli (5,3 µg)
- Morchelle dette anche spugnole (5,1 µg)
e in piccolissime quantità anche negli shiitake (0,4 µg) e negli champignon (0,3µg ).
Infine, in commercio si possono trovare anche degli alimenti “fortificati” con vitamina D, come nel caso del latte, bevande a base di soia, fiocchi di avena o alcuni tipi di succhi. Laddove, con dieta e ed esposizione solare, non si arrivi a livelli sufficienti di questa vitamina, è necessaria un’integrazione.
Bibliografia:
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6. La vitamina D-imenticata – Dr Silvio Spinelli